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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 31 – 5- 2012
Quattro stagioni per il detective Malone dell’autrice ellenica Soti Triantafillou
IL GROSSO GRASSO INTRIGO CINESE D’UNO SBIRRO AMERICANO (E GRECO)
Edito da Voland nella efficace traduzione della lucana Dilillo
di Diego Zandel
Soti Triantafillou, Scatole cinesi, Voland, pag. 211, €. 14,00
SOTI TRIANTAFILLOU, TRADOTTO UN SUO ROMANZO IN ITALIA DA GIUSEPPINA DILILLO
Quattro stagioni per il detective Malone dell’autrice ellenica Soti Triantafillou
IL GROSSO GRASSO INTRIGO CINESE D’UNO SBIRRO AMERICANO (E GRECO)
Edito da Voland nella efficace traduzione della lucana Dilillo
di Diego Zandel
Il titolo: “Scatole cinesi”, e il sottotitolo: “Quattro stagioni per il
detective Malone” di Soti Triantafillou, edito in Italia da Voland nella
efficace traduzione della lucana Giuseppina Dilillo, lasciano
sospettare che il romanzo, seppur scritto da una delle maggiori e più
versatili scrittrici greche, non sia di ambientazione greca. E, infatti,
fin dalla prima pagina ci si trova a New York, inizio anni Novanta,
dove si svolgerà l’intera storia nell’arco di quattro stagioni,
dall’estate alla primavera successiva. Non è un caso: l’autrice ha
trascorso anni di studio e di lavoro negli Stati Uniti, dove ancora vive
parte dell’anno, insegnando, titolare di varie docenze di cui è
significativa, alla luce di questo romanzo, quella di Storia del cinema,
sul quale scrive anche su Athens Voice e Book Press.
Titolo e sottotitolo evidenziano anche che abbiamo a che fare con un
giallo. Ebbene, la conoscenza dell’ambiente, della grande narrativa hard
boiled e del cinema che ne è stato prodotto è tale da consentirle di
manipolare, con un uso accorto dell’ironia, gli stereotipi, a cominciare
dai nomi dei personaggi, in gran parte anch’essi cinematografici,
restituendoci un’opera originale e divertente qual’è “Scatole cinesi”.
Tutto qui richiama Chandler. L’investigatore privato Stuart Malone
(stesso cognome del poliziotto de “Gli uomini preferiscono le bionde”),
ex poliziotto caduto in disgrazia per il poco patriottismo dimostrato
quando era soldato in Vietnam (“E chi sono io, eh? Jane Fonda?”), ma
anche perché faceva sempre di testa sua e non rispettava “le
consuetudini della squadra”. Un isolato, insomma, con ufficio a
Chinatown, fissato con gli oroscopi e l’erboristeria cinesi e il feng
shui, che vive nella perpetua nostalgia della ex moglie Allison, che
l’ha lasciato per sposare un macellaio e trasferirsi nel Connecticut:
ormai era pervenuto alla conclusione che l’amore tra lui, nato nell’anno
del bue, e Allison, lepre, non poteva durare. “Il bue presenta affinità
solo con il serpente e il gallo. Al limite con il topo”. Malone così si
barcamena alla meglio tra il bar di Jake, con il quale filosofeggia
bevendo whisky, e il negozio di erbe medicinali del vecchio saggio
cinese Ki-Young, che gli risponde col silenzio o quasi. Per fortuna ha
una segretaria, Deni Lamour, che si presterà ad alcune ricerche,
rivelatesi poi pericolose, di un certo Hank Cassidy, la cui scomparsa
Malone cerca di interpretarla con la numerologia cinese, che Deni
“considerava roba da dissennati”, se non altro perché “i numeri
significavano qualcosa nel cantonese e il contrario nel mandarino e
Ki-Young interpretava i sogni in un modo che si scontrava con la logica
comune”. Non manca la rivalità con i poliziotti dei due distretti a
maggior densità criminale (Rudolf Giuliani deve ancora arrivare a
mettere ordine) in cui Malone ha l’ufficio, cioè il 5° di Chinatown e
il 41° del South Bronx, “noto come Fort Apache”. Quanto ai nomi dei
poliziotti, sono O’Hara, Savini, Manzanira, Bullock. Una rivalità che
poi non mancherà di dare prova di collaborazione quando l’intraprendete
Deni Lamour, scoperta la fine di Cassidy, si troverà invischiata in una
ambigua storia d’amore con un tipo appartenente a una banda di nazisti
del Nebraska, chiamata “Pugni a martello”, il cui capo è un certo Doctor
Strangekiss il quale “in un’adunanza patriottica aveva dichiarato, tra
le altre cose, che starsene al sole per abbronzarsi era tradimento
contro la razza bianca, la sporca abitudine dell’abbronzatura era una
conseguenza della cospirazione ebraica”. Gente ridicola, usa a riti
celtici, ma verso la quale l’autrice pur usando tutta la sua ironia, non
manca di evidenziare il carattere pericoloso. Si verrà, infatti, a
sapere che sono stati loro a uccidere Cassidy, mentre Deni Lamour, che
vuole sapere troppo, rischia di fare la stessa fine. E sarà questa a
scuotere finalmente Malone dal torpore, e fargli dare una svolta alle
indagini. E all’amore (con i giusti segni zodiacali).
Diego ZandelSoti Triantafillou, Scatole cinesi, Voland, pag. 211, €. 14,00
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