Razzismo. Zingari di merda, un reportage a ritroso da Pavia a Slatina
Nel libro reportage "Zingari di merda" Antonio Moresco (scrittore) e Giovanni Giovannetti (fotografo) partono da un episodio di cronaca, la cacciata degli zingari dal fabbricato della Snia a Pavia, percorrendo con un rom il viaggio verso il villaggio natio. Un percorso, privo di qualunque sorta di buonismo, atto a sondare la fatica del riconoscimento verso un altro. intervista agli autori.
“Zingari di merda” è il risultato della volontà di Antonio Moresco di accettare, riconoscere, un'alterità per quanto tale. Un processo duro, nelle sfaccettature di una cultura per la quale subiamo una fascinazione enorme quando si tratta di esaltare esoticamente il nomadismo; una cultura che condanniamo quando appuriamo che detiene aspetti che consideriamo feroci: se si pensa ai matrimoni combinati, alla considerazione delle donne o a un'infanzia per certi versi tutelata diversamente da come faremmo noi. Ma un'alterità è tale in quanto diversa, quindi ben venga la ferocia di alcuni aneddoti, che non sono atti a giustificare una mancata integrazione nel nostro tessuto sociale e politico fatto di diritti e doveri.Le foto di Giovanni Giovannetti accompagnano le pagine di Moresco in scenari tanto diversi e simili allo stesso tempo. Volti e paesaggi che argomentano bene sia la capacità di adattamento dei rom a vivere in luoghi diversi come l'estrema capacità di conservazione di usi e costumi, come pochi altri popoli sanno fare.
Il libro è un reportage alla vecchia maniera. Poca la velleità sociologica atta a giustificare o interpretare certi comportamenti, molta la voglia di conoscenza.(alessandro di rienzo)
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